Introduzione
Nel 1191, Enrico VI, figlio ed erede dell’imperatore Federico Barbarossa, sposò Costanza d’Altavilla, figlia del re Ruggero II di Sicilia. Questo matrimonio, promosso da papa Celestino III, mirava a consolidare il potere imperiale nel Regno di Sicilia. Per attuare questo ambizioso piano, Enrico VI cercò il supporto delle principali repubbliche marinare italiane, tra cui Genova, il cui potere navale era cruciale per la campagna militare.
I Negoziati tra Genova ed Enrico VI
Per stringere un’alleanza con Genova, Enrico VI inviò due rappresentanti nella città per negoziare il sostegno della potente flotta ligure. Genova rispose mandando a sua volta Ugolino Mallone e Idone Piccio come ambasciatori presso l’imperatore.
Le Promesse di Enrico VI
Durante i colloqui, Enrico VI offrì ai Genovesi numerosi privilegi in Sicilia, tra cui:
- Il diritto di costruire e mantenere castelli.
- Il controllo su città strategiche come Siracusa e la valle di Noto.
- Agevolazioni commerciali e diritti portuali esclusivi.
In cambio, Genova si impegnò a fornire supporto militare e navale per la campagna di conquista del Regno di Sicilia.
La Visita di Enrico VI a Genova e l’Intervento della Flotta Genovese
Nel 1194, Enrico VI si recò personalmente a Genova per rafforzare l’alleanza e garantire il necessario supporto navale. Durante la visita:
- Ribadì le promesse fatte in precedenza.
- Chiese l’invio di una flotta per accompagnare l’esercito imperiale nelle acque siciliane.
- Consolidò il rapporto con i leader genovesi, assicurandosi il loro sostegno nella spedizione.
Genova armò una flotta di trenta navi, sotto il comando di Rolando di Carmandino e Bellobruno di Castello. Durante il viaggio, la flotta intercettò una formazione pisana, che però evitò lo scontro diretto.
Il Ritorno della Flotta Genovese
Nonostante l’entusiasmo iniziale, Enrico VI ordinò alla flotta genovese di rientrare a Genova, preferendo gestire personalmente la campagna in Sicilia. Questo improvviso cambiamento di strategia generò incertezza tra i Genovesi, che si aspettavano di ottenere i privilegi promessi in cambio del loro sostegno.
La Campagna Siciliana e le Prime Crepe nell’Alleanza
Nel giugno 1194, Enrico VI tornò a Genova per chiedere ulteriori aiuti per la conquista del Regno di Sicilia. La campagna iniziale ebbe successo:
- Diverse città siciliane si arresero senza combattere.
- Le forze genovesi contribuirono alla stabilizzazione del territorio.
Tuttavia, la situazione politica si complicò con l’intensificarsi delle tensioni tra Genova e Pisa, entrambe coinvolte nella campagna siciliana.
Il Tradimento: Enrico VI Sostiene Pisa
Nonostante il suo iniziale favore verso Genova, Enrico VI cambiò improvvisamente schieramento e iniziò a favorire Pisa:
- Revocò i privilegi concessi a Genova.
- Minacciò la distruzione della città se non avesse accettato le nuove condizioni.
- Incoraggiò Pisa a proseguire le ostilità contro Genova, alterando così gli equilibri di potere tra le due repubbliche marinare.
Questa decisione segnò un duro colpo per Genova, che si ritrovò privata delle promesse imperiali e costretta a fronteggiare una Pisa rafforzata dal sostegno dell’imperatore.
Rivalità tra Genova e Pisa: Un Conflitto Senza Fine
L’episodio del 1194 si inserisce nella lunga rivalità tra Genova e Pisa, una costante nel panorama politico del Mediterraneo occidentale. La competizione tra le due città per il controllo delle rotte commerciali e dei territori strategici non si sarebbe fermata qui, ma avrebbe continuato a influenzare gli equilibri geopolitici per i secoli successivi.
Conclusione
L’alleanza tra Genova ed Enrico VI per la conquista della Sicilia fu segnata da grandi aspettative e profonde delusioni. Nonostante il supporto iniziale offerto dalla Repubblica Marinara, Enrico VI revocò le sue promesse e si schierò con Pisa, alimentando ulteriormente le tensioni tra le due potenze marittime.
Questi eventi dimostrano la volatilità delle alleanze medievali e l’importanza strategica delle repubbliche marinare nel determinare gli equilibri di potere nel Mediterraneo. Genova, pur tradita, avrebbe continuato la sua espansione e il suo ruolo centrale nella politica marittima europea per i secoli a venire.