Introduzione
Nel 1196, Genova attraversava un periodo di tensioni interne e sfide esterne che mettevano alla prova la stabilità della Repubblica. In questo contesto, venne nominato podestà Drudo Marcellino, un milanese descritto come saggio e onesto, il cui governo avrebbe lasciato un segno nella storia genovese.
Le Riforme di Drudo Marcellino: Il Controllo sulle Torri Nobiliari
Una delle prime misure adottate dal podestà fu l’emanazione di un’ordinanza per ridurre l’altezza delle torri cittadine, che rappresentavano il potere delle famiglie nobili. Spesso queste torri venivano costruite oltre i limiti consentiti, alimentando rivalità e tensioni.
La Nuova Regolamentazione
- Nessuna torre poteva superare gli 80 palmi (circa 20 metri).
- Quasi tutte le torri furono abbassate, ad eccezione della Torre dei Castro (41 metri), erroneamente chiamata Torre degli Embriaci, che rimase intatta.
Questa decisione mirava a ridurre le tensioni tra le famiglie nobili e a rafforzare l’autorità del governo cittadino.
Conflitti con la Nobiltà e la Difesa delle Leggi
Durante il suo mandato, Drudo Marcellino dovette affrontare sfide legate al rispetto delle leggi cittadine, spesso contestate dall’aristocrazia genovese.
Il Caso di Idone Mallone
Uno degli episodi più significativi coinvolse il figlio di Idone Mallone, che fece sbarcare merci senza autorizzazione. La reazione del podestà fu immediata:
- Confisca delle merci illegali.
- Demolizione della casa del trasgressore.
- Messaggio chiaro sulla necessità di rispettare le normative.
La Ribellione dei Nobili nel 1197
Nel 1197, alcuni nobili violarono le leggi marittime e, al loro ritorno in città, contestarono l’operato del podestà, generando ulteriori tensioni. Grazie all’intervento di Nicolò Doria, un influente leader locale, la situazione fu pacificata, ma evidenziò le profonde divisioni all’interno dell’élite genovese.
Le Ribellioni nelle Province e le Guerre in Liguria
Le sfide di Genova non erano limitate alla città: ribellioni e incursioni nemiche minacciavano il controllo della Repubblica sulle sue province.
La Minaccia del Marchese di Gavi
Il marchese di Gavi iniziò a saccheggiare viandanti e merci lungo le vie commerciali genovesi. Drudo Marcellino rispose con fermezza:
- Riconquistò i beni rubati.
- Ristabilì l’ordine nella regione.
La Ribellione di Portovenere e il Conflitto con Tortona
Nel 1198, Genova affrontò nuovi disordini:
- Portovenere subì attacchi da gruppi ribelli, ma le truppe genovesi riuscirono a convincere gli assalitori alla resa senza scontri.
- I Tortonesi si ribellarono, ma furono costretti a sottomettersi all’autorità di Genova.
Le Guerre con Ventimiglia (1199-1201)
Uno dei conflitti più gravi dell’epoca coinvolse Ventimiglia, città strategicamente importante per Genova.
Il Fallito Assedio di Ventimiglia
Nel 1199, un primo tentativo di assedio non ebbe successo. Drudo Marcellino riprovò nel 1200, ma ancora una volta l’assedio fallì.
La Violazione dell’Accordo e la Sottomissione di Ventimiglia
Nel 1201, Ventimiglia violò un accordo precedentemente stipulato, portando Genova a reagire con determinazione. La città ligure fu costretta a chiedere perdono e a sottomettersi all’autorità della Repubblica.
La Gestione dei Conflitti Interni e la Stabilizzazione della Città
Oltre alle minacce esterne, il podestà dovette affrontare conflitti interni tra le famiglie nobiliari, che spesso sfociavano in violenze cittadine.
La Risoluzione delle Rivolte (1204)
Nel 1204, Drudo Marcellino gestì rivolte in diverse zone della città, imponendo:
- Sanzioni severe ai trasgressori.
- Un maggiore controllo sulle famiglie nobili per evitare faide private.
Questi interventi furono fondamentali per mantenere la stabilità politica e sociale di Genova.
Conclusione
Il periodo tra il 1196 e il 1204 fu segnato da sfide interne ed esterne per Genova. La leadership di Drudo Marcellino, con le sue riforme urbane, la gestione delle tensioni con la nobiltà e la difesa dei territori liguri, fu cruciale per mantenere l’ordine e rafforzare il ruolo di Genova come potenza regionale.
Sebbene le continue rivalità tra le famiglie nobili e le sfide territoriali non fossero del tutto risolte, Genova riuscì a preservare la sua stabilità e a consolidare il suo dominio nel Mediterraneo occidentale.