La Fine della Guerra Pisana: Il Declino di Pisa e la Supremazia di Genova

La Battaglia della Meloria del 1284 segnò una sconfitta devastante per Pisa, ma il conflitto con Genova non si concluse immediatamente. La Repubblica ligure, decisa a eliminare definitivamente il suo storico rivale, proseguì le ostilità per anni, stringendo alleanze strategiche con altre città toscane. Nel frattempo, all’interno di Pisa scoppiarono lotte di potere che ne accelerarono il declino. Il conte Ugolino della Gherardesca, figura tragica immortalata da Dante nell’Inferno, giocò un ruolo cruciale nelle vicende che portarono alla resa finale della città.

L’Alleanza tra Genova e le Città Toscane

Dopo la vittoria alla Meloria, Genova non intendeva concedere tregua a Pisa. Il 10 ottobre 1284, la Repubblica ligure stipulò un’alleanza trentennale con le principali città della Toscana: Firenze, Lucca, Prato, Pistoia, San Miniato, Volterra, Colle e Siena. L’obiettivo era chiaro: sfruttare la debolezza di Pisa e annientarla definitivamente come potenza marittima e commerciale.

Tra i protagonisti di questa fase vi era Ugolino della Gherardesca, un nobile pisano che, pur avendo combattuto alla Meloria, aveva ancora una grande influenza politica in città. Consapevole della fragilità di Pisa, Ugolino riuscì a convincere i suoi concittadini a espellere i Ghibellini, assumendo così il controllo del governo cittadino. Inoltre, persuase molte delle città alleate di Genova a ritirarsi dall’accordo, sostenendo che il conflitto avrebbe solo avvantaggiato gli stranieri. Alla fine, solo Lucca rimase fedele all’alleanza con Genova, mentre le altre città si ritirarono.

Il Prolungamento della Guerra e l’Assedio di Pisa

Con Pisa ormai politicamente isolata, Genova e Lucca intensificarono gli attacchi:

  • Genova colpiva via mare, bloccando i traffici commerciali e assediando i porti pisani.
  • Lucca attaccava via terra, devastando i territori circostanti e accerchiando la città.

Nonostante il supporto militare di Venezia, Pisa si trovava in una situazione sempre più precaria. Le guerre interne tra guelfi e ghibellini, fomentate dalle ambizioni personali di Ugolino della Gherardesca, resero impossibile un’adeguata difesa contro gli attacchi esterni.

Nel 1288, dopo numerosi tentativi falliti di negoziazione, fu raggiunto un accordo di pace. Tuttavia, le condizioni imposte a Pisa erano così umilianti che la città rifiutò di rispettarle, scegliendo di continuare la resistenza. Questa decisione si rivelò disastrosa: con il protrarsi del conflitto, le risorse si esaurirono e la popolazione soffrì carestie e impoverimento.

Il Colpo di Grazia: L’Attacco Finale del 1290

Nel 1290, Genova e Lucca tentarono un colpo decisivo. Una potente flotta genovese, supportata da truppe fornite dalle terre liguri, partì con l’obiettivo di sfondare le difese pisane e costringere la città alla resa.

L’operazione culminò con un audace attacco al porto di Pisa:

  • Le navi genovesi spezzarono le catene che proteggevano l’entrata del porto, un atto simbolico che dimostrò la superiorità marittima della Repubblica ligure.
  • Le campagne attorno a Pisa furono devastate, privando la città delle sue ultime risorse.

Nonostante tutto, Pisa non si arrese immediatamente. La popolazione e i soldati rimasti combatterono strenuamente per difendere la città, trasformando la guerra in una serie di schermaglie e assedi prolungati. Tuttavia, con le risorse ormai esaurite e il morale ai minimi storici, la caduta era solo questione di tempo.

Le Conseguenze: Il Declino di Pisa e il Trionfo di Genova

Dopo anni di guerra, Pisa non si riprese mai più dalla sconfitta della Meloria e dall’assedio prolungato. Le principali conseguenze furono:

  • Perdita della supremazia marittima: Pisa non fu più in grado di competere con Genova nel commercio mediterraneo.
  • Decadenza economica: La città, privata delle sue rotte commerciali e isolata politicamente, entrò in una lunga fase di declino.
  • Ascesa definitiva di Genova: Con la caduta di Pisa, la Repubblica genovese consolidò il proprio dominio navale, mantenendolo per oltre un secolo.

Anche a livello politico, Pisa visse un periodo di instabilità: nel 1289, Ugolino della Gherardesca fu accusato di tradimento e imprigionato nella Torre della Muda, dove morì di fame con i suoi figli e nipoti, un evento reso immortale da Dante nel XXXIII canto dell’Inferno.

La fine della guerra pisana segnò un punto di svolta nella storia del Mediterraneo medievale. La supremazia navale passò definitivamente a Genova, che dominò le rotte commerciali per i secoli successivi. Pisa, un tempo grande potenza marinara, fu relegata a un ruolo secondario, incapace di risollevarsi dopo le devastazioni subite. Questo conflitto rappresentò una delle ultime grandi guerre tra repubbliche marinare italiane, lasciando un’eredità indelebile nella storia della regione.

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