I Genovesi tra Napoli e Sicilia: Diplomazia e Conflitti dopo i Vespri Siciliani

Alla fine del XIII secolo, il Mediterraneo occidentale fu sconvolto da uno dei conflitti più complessi dell’epoca: il contrasto tra la corona d’Angiò e il regno d’Aragona per il controllo della Sicilia. Dopo i Vespri Siciliani del 1282, la Sicilia si ribellò al dominio angioino e si proclamò indipendente, scegliendo come sovrano un membro della famiglia reale d’Aragona. Questo evento cambiò gli equilibri di potere nel Mediterraneo, coinvolgendo potenze come la Francia, l’Aragona e il Papato. Genova, sempre attenta agli sviluppi politici e commerciali della regione, si trovò al centro di un intricato gioco diplomatico tra Napoli e la Sicilia.

Genova tra Due Regni: Napoli e la Sicilia

Dopo la rivolta siciliana, Carlo d’Angiò, re di Napoli, tentò in ogni modo di riconquistare l’isola, ma senza successo. Alla sua morte, nel 1285, suo figlio Carlo II, detto “il Zoppo”, ereditò il regno e proseguì gli sforzi del padre per riportare la Sicilia sotto il controllo angioino.

Parallelamente, Giacomo II d’Aragona, re di Sicilia, cercava il sostegno delle potenze marittime per mantenere il suo dominio sull’isola. Genova, che aveva interessi economici sia in Sicilia che a Napoli, si trovò di fronte a una scelta difficile: sostenere uno dei due contendenti o rimanere neutrale?

Entrambi i sovrani tentarono di ottenere il favore della Repubblica genovese:

  • Il re d’Aragona cercò di garantirsi la neutralità di Genova, offrendole privilegi commerciali nei porti siciliani.
  • Carlo II d’Angiò, dal canto suo, inviò ambasciatori di alto rango per stringere un’alleanza con Genova e ottenere il suo supporto militare.

Genova si trovava così divisa tra due offerte vantaggiose, consapevole che qualsiasi scelta avrebbe avuto ripercussioni nei suoi equilibri interni tra Guelfi e Ghibellini.

Il Trattato con Carlo d’Angiò e le Difficoltà di Attuazione

Dopo lunghe trattative, nel 1300 Carlo II riuscì finalmente a concludere un accordo con Genova, grazie anche alla mediazione dell’arcivescovo Porchetto Spinola, uno degli uomini più influenti della Repubblica.

L’accordo prevedeva che:

  • Carlo d’Angiò restituisse alcune terre a Genova, sottratte durante le guerre precedenti.
  • Venissero concessi maggiori privilegi ai mercanti genovesi nei porti del Regno di Napoli.
  • Genova si impegnasse a fornire supporto navale in caso di nuovi scontri con la Sicilia.

Tuttavia, l’accordo non fu rispettato pienamente da entrambe le parti. La fragile tregua tra Napoli e la Sicilia continuava a essere minata da schermaglie marittime e conflitti diplomatici. Genova, pur avendo ottenuto concessioni, non riuscì a stabilire un rapporto di fiducia stabile con Carlo II.

Il Trattato del 1301 e le Conseguenze per Genova

Nel 1301, le tensioni tra Napoli e la Sicilia portarono a nuovi negoziati. Alla fine, Genova scelse di appoggiare ufficialmente Carlo d’Angiò, nonostante le pressioni provenienti dal Regno di Sicilia.

Questo accordo portò a:

  • Una tregua momentanea nei conflitti interni di Genova tra Guelfi e Ghibellini, che si trovarono temporaneamente uniti nel sostenere l’alleanza con Napoli.
  • Un peggioramento delle relazioni tra Genova e la Sicilia, con una progressiva perdita di influenza della Repubblica nei commerci con l’isola.
  • Un consolidamento del potere angioino nel Mediterraneo occidentale, sebbene la Sicilia rimanesse ancora sotto il dominio aragonese.

Per la Sicilia, la decisione di Genova di appoggiare Carlo II fu vista come un tradimento. Molti siciliani iniziarono a favorire sempre più la presenza commerciale veneziana e catalana nei loro porti, riducendo così il ruolo di Genova nei commerci isolani.

Genova e il Mediterraneo: Il Declino dell’Influenza Siciliana

Dopo il 1301, Genova mantenne rapporti stretti con Napoli, ma il suo ruolo in Sicilia diminuì gradualmente. Le rivalità con Venezia e l’Aragona divennero sempre più accese, portando a nuovi conflitti marittimi nei decenni successivi. La decisione di favorire Carlo II rispetto al re di Sicilia si rivelò, nel lungo periodo, un boomerang per gli interessi genovesi nell’isola.

Nonostante ciò, la Repubblica continuò a essere una delle maggiori potenze navali del Mediterraneo, rafforzando la sua presenza in altre aree, come il Mar Nero e l’Asia Minore, attraverso le sue colonie e le sue rotte commerciali.

Il periodo tra il 1282 e il 1301 fu cruciale per Genova, che si trovò coinvolta nel conflitto tra Napoli e la Sicilia senza mai prendere una posizione definitiva fino al Trattato del 1301. La sua scelta di sostenere Carlo II d’Angiò portò vantaggi commerciali immediati, ma compromise i rapporti con la Sicilia, riducendo l’influenza genovese nei porti dell’isola. Questo episodio dimostra ancora una volta la complessa diplomazia della Repubblica, sempre in bilico tra strategie economiche e alleanze politiche.

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