Nel XIII secolo, l’assetto politico del Mediterraneo orientale era in continua evoluzione. Dopo la Quarta Crociata, l’Impero Latino dominava su Costantinopoli, ma la sua esistenza era sempre più precaria. L’Impero di Nicea, guidato da Michele VIII Paleologo, mirava a riconquistare la capitale bizantina e ripristinare il dominio greco sulla città. Tuttavia, per riuscirci, aveva bisogno di una flotta potente che potesse contrastare la supremazia navale veneziana. La Repubblica di Genova, grande rivale di Venezia, vide in questa situazione un’opportunità unica e si alleò con Paleologo tramite la Convenzione di Ninfeo, stipulata nel marzo del 1261. Questo accordo cambiò per sempre gli equilibri del Mediterraneo.
La Riconquista di Costantinopoli
Il 25 luglio 1261, mentre la flotta veneziana era impegnata altrove, le truppe bizantine sotto il comando di Alessio Strategopulo colsero di sorpresa la guarnigione latina e riuscirono a riconquistare Costantinopoli senza quasi incontrare resistenza. Quando la flotta genovese, guidata da Martino Boccanegra, arrivò in città, la riconquista era già avvenuta, ma il suo intervento fu comunque determinante per proteggere Costantinopoli da eventuali attacchi veneziani e per consolidare l’alleanza con l’Impero Bizantino.
Michele VIII Paleologo fu ufficialmente incoronato imperatore e, per ricompensare Genova del sostegno ricevuto, confermò tutti i privilegi stabiliti nella Convenzione di Ninfeo. Questo trattato garantiva ai genovesi:
- Il controllo esclusivo del quartiere di Galata, situato di fronte a Costantinopoli, che divenne un’importante base commerciale genovese.
- Il monopolio sulle rotte mercantili nel Mar Nero, permettendo a Genova di espandere la sua influenza fino alla Crimea e alle coste caucasiche.
- L’esenzione da tasse e tributi nei porti bizantini, rafforzando il commercio genovese nell’area.
Questa alleanza segnò l’inizio di un’egemonia genovese nel Mediterraneo orientale, a scapito della potenza veneziana.
Lo Scontro con Venezia e la Spedizione Genovese in Morea
Dopo la riconquista di Costantinopoli, la rivalità tra Genova e Venezia si inasprì ulteriormente. Nel 1268, una flotta genovese, guidata da Pierino Grimaldi e Paschetto Mallone, si diresse verso la Morea (l’attuale Peloponneso), un territorio strategico per il controllo del commercio bizantino. Tuttavia, durante il viaggio, furono intercettati da una flotta veneziana.
La battaglia che ne seguì fu segnata da un tradimento: Paschetto Mallone, probabilmente corrotto dai veneziani, abbandonò la battaglia, lasciando Grimaldi e i suoi uomini in inferiorità numerica. Nonostante un’eroica resistenza, Grimaldi fu sconfitto e ucciso in battaglia. Questo evento minò gravemente la fiducia di Michele VIII nei confronti dei genovesi, spingendolo a riconsiderare la loro presenza militare nell’Impero.
La Risposta di Genova e la Vittoria a Durazzo
La sconfitta in Morea non rimase impunita. Tornati a Genova, molti leader della spedizione furono processati per il loro fallimento, e la Repubblica decise di reagire con una nuova spedizione militare. A capo della nuova flotta fu nominato Simone Grillo, un influente ghibellino, nonostante la sua nomina avesse inizialmente suscitato polemiche tra i cittadini genovesi.
Simone Grillo condusse con successo una campagna navale nell’Adriatico, riuscendo a intercettare una ricca carovana veneziana nei pressi di Durazzo. Questa vittoria permise a Genova di riscattare l’onta subita in Morea e di riaffermare la propria superiorità marittima nella regione.
L’Eredità dei Genovesi a Costantinopoli
Nonostante i conflitti con Venezia e i momenti di tensione con l’Impero Bizantino, l’influenza genovese a Costantinopoli rimase forte per secoli. Il quartiere di Galata divenne un’enclave genovese, con una propria amministrazione e fortificazioni indipendenti. Qui i mercanti genovesi prosperarono, sfruttando il monopolio sul commercio nel Mar Nero e rafforzando la loro posizione nel Mediterraneo orientale.
La convenzione di Ninfeo e la riconquista di Costantinopoli rappresentarono un punto di svolta nella storia della Repubblica di Genova, trasformandola in una delle principali potenze marittime d’Europa. Sebbene l’Impero Bizantino fosse destinato a un lungo declino, Genova continuò a sfruttare i suoi privilegi commerciali, consolidando un’egemonia che avrebbe influenzato gli equilibri del Mediterraneo per i secoli successivi.
L’intervento genovese nella riconquista di Costantinopoli nel 1261 segnò l’inizio di un’era d’oro per la Repubblica di Genova. Grazie all’alleanza con Michele VIII Paleologo, i genovesi ottennero enormi vantaggi commerciali e riuscirono a espandere il loro dominio economico. Tuttavia, la rivalità con Venezia portò a nuovi scontri, rendendo il Mediterraneo un teatro di battaglie e competizioni per il controllo dei commerci.