L’Intermezzo Bizantino e la Crescita del Commercio (553-860 d.C.)

Dopo la conclusione della Guerra Gotica (535-553 d.C.) e la riconquista dell’Italia da parte dell’Impero Bizantino, Genova entrò in una nuova fase storica sotto il dominio di Costantinopoli. Nel 553 d.C., l’Italia fu affidata al governo dell’Esarcato di Ravenna, un’entità amministrativa bizantina che comprendeva anche la Liguria. Sebbene lontana dai centri di potere imperiali, Genova divenne una città strategica per i commerci tra l’Occidente e l’Oriente, beneficiando della relativa stabilità offerta dal controllo bizantino.

Durante questo periodo, la città vide un incremento della sua attività marittima, consolidando il proprio ruolo nella vendita di olio d’oliva, vino e pesce salato, prodotti molto richiesti sulle rotte commerciali mediterranee. Le vie marittime erano essenziali per il rifornimento delle province bizantine rimaste in Occidente, e Genova si ritagliò una nicchia in questa rete commerciale.

Parallelamente alla crescita economica, vi fu anche una forte spinta alla cristianizzazione della regione. La diocesi di Genova, esistente sin dal V secolo, divenne più influente, e la costruzione di chiese e monasteri contribuì alla diffusione del Cristianesimo. Questo periodo vide anche l’arrivo di influenze architettoniche e culturali bizantine, che arricchirono il panorama artistico e religioso della città.


L’Indebolimento del Controllo Bizantino e la Crescente Autonomia (VII-VIII secolo)

Nel VII secolo, l’Impero Bizantino iniziò a perdere il controllo effettivo su molte delle sue province occidentali a causa delle invasioni longobarde, slave e delle guerre contro i Persiani e gli Arabi. Anche la Liguria subì l’influenza longobarda, ma Genova riuscì a mantenere una certa autonomia grazie al proprio potere marittimo e commerciale. Formalmente ancora sotto il dominio bizantino, la città iniziò a sviluppare una propria amministrazione e a regolare le attività portuali con leggi autonome.

L’VIII secolo fu segnato da ripetute incursioni saracene, che minacciavano le coste italiane. Genova, grazie alle fortificazioni rafforzate nel periodo bizantino, riuscì a difendersi, ma il crescente pericolo contribuì all’indebolimento della presenza bizantina in Liguria. Nel 774 d.C., la caduta del Regno Longobardo per mano dei Franchi di Carlo Magno portò alla graduale integrazione della Liguria nella sfera carolingia, ma Genova mantenne sempre una certa indipendenza, soprattutto nel settore commerciale.


Le Minacce Normanne e la Nascita di un’Identità Marittima (IX secolo)

Con l’arrivo dei Saraceni e dei Normanni nell’860 d.C., la Liguria fu nuovamente scossa da violente incursioni. Le razzie saracene colpirono le città costiere, mentre i Normanni, pirati e guerrieri del Nord, cominciarono a navigare lungo il Mediterraneo in cerca di bottino. Genova, forte della sua crescente potenza navale, riuscì in parte a resistere, ma il contesto turbolento accelerò il processo di sviluppo autonomo della città.

Questo “Intermezzo Bizantino” non fu quindi solo un periodo di dominio imperiale, ma un’importante fase di transizione: Genova passò da essere una città sotto influenza bizantina a un’entità progressivamente più indipendente e orientata al commercio marittimo, gettando le basi per la futura Repubblica Marinara.

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